Thermae Romane

Thermae Romane di Pozzuoli

Il Complesso Neronensis è sito nel Comune di Pozzuoli, città della regione Campania in provincia di Napoli che si affaccia sul mare, nell’omonimo Golfo di Pozzuoli.

La città è incastonata in un meraviglioso paesaggio ed è il capoluogo dei Campi Flegrei.
I Campi Flegrei sono un luogo mitico dell’antichità, che ha rappresentato nella storia un grande faro di civiltà e di progresso. Nel mondo antico ha conosciuto gli Etruschi, i Sanniti, i Cumani, i Romani, ed in seguito le dominazioni e i regni che si sono susseguiti nell’arco dei secoli.

Questo luogo era definito dai Romani, sia in età repubblicana che in età imperiale “la piccola Roma” (Roma Parvula) in quanto era, dopo la Capitale, la meta prediletta di statisti, letterati ed imperatori romani.

Il suo fascino, anche dopo la caduta dell’ Impero, ha ispirato grandi poeti e letterati, come Virgilio e Cicerone; in epoca medievale – rinascimentale Dante, Petrarca e Boccaccio; nell’ottocento è stata la meta preferita del Grand Tour, dove l’aristocrazia europea e i suoi grandi letterati, tra cui Goethe, s’ispiravano per riscoprire le radici della storia dell’umanità, la bibliografia è ricca di interesse non solo letterario ma anche pittorico (Giacinto Diano), musicale (Sacchini, Pergolesi) e artistico (Rocco Barocco, Sofia Loren).

Alcuni cenni storici
Pochi luoghi nel mediterraneo sembrano, come i Campi Flegrei, recitare un ruolo di protagonista nel dramma della Storia. Questa terra ha un carattere terribile perché le innumerevoli eruzioni, fin dalle età più antiche, avevano disseminato una moltitudine di crateri tra il Vesuvio e la foce del Clanis (Liternum, Lago Patria). Guardando il paesaggio di crateri rotti e colmati dal mare e dai laghi, dalla terra e dall’acqua del mare, suggerì ai greci di dare il nome di “terre ardenti”(Campi Flegrei). E qui essi localizzarono alcuni dei loro miti più ancestrali, nelle sue viscere vi erano i Giganti, qui seppelliti da Zeus dopo che il re degli dei ebbe vinta la ribellione in una feroce guerra che i Greci ponevano all’origine della storia dell’ultima era del mondo. Ai terribili scuotimenti dei loro corpi giacenti vinti ma non domi essi attribuivano gli spaventosi terremoti. Qui era la fucina di Efesto. È qui che vi era l’ingresso dell’Ade e la palude dell’Acheronte (Lago Fusaro), è qui che il Cocito e il Piriflegetonte (fiumi dell’Ade) alimentano l’ Averno. È qui che albergava Cerbero (cane a tre teste) custode dell’Ade. È qui che Ulisse ed Enea vennero ad evocare, con i riti di sangue le ombre dei loro cari, partecipi della scintilla degli idei, per conoscere il proprio futuro. È qui che le sirene blandivano i marinai tra le quali Partenope. È qui che gli Eubei attraverso gli Ecisti (condottieri designati dal popolo per colonizzare una nuova terra) Megastene di Calcide e Ippocle di Cuma di Eubea fondarono la mitica Cuma che dominò le nostre terre e accolse i profughi di Samo (compatrioti di Pitagora) che per sfuggire al crudele tiranno Policrate, vennero qui per fondare Dicearchia (la città dei giusti) primo nucleo fondante della città di Pozzuoli.

È qui che ha origine
l’alfabeto latino (alfabeto Calcidico Cumano) con il quale tutto il mondo, ancora oggi, riesce a dialogare attraverso la scrittura, la parola ed il pensiero. È qui che Dedalo dopo aver costruito il labirinto, fuggì da Minosse e, dopo aver perso il figlio Icaro, depose le sue ali e le dedicò ad Apollo. Per questa dedizione al dio pose a disposizione il suo genio architettonico costruendo sulla via sacra di Cuma un grande tempio ad egli dedicato.

Ma il potere nei secoli cambia e alle dominazioni si sostituiscono altre dominazioni, dagli Etruschi ai Cumani ai Sanniti (campani) fino ai nuovi dominatori del mondo: i Romani. Questi attribuirono ai campi flegrei ed in particolare a Pozzuoli un ruolo dominante dal punto di vista militare (classis micenensis), commerciale (l’intero traffico di merci dall’oriente verso Roma). Per cinque secoli la funzione di Puteoli divenne determinante per l’espansione di Roma. Qui nella “ripa Puteolana” (il porto) transitavano grano della Sicilia e dell’Egitto, vino ed olio dalla Grecia, lane sete, tappeti e tessuti pregiati dall’Asia, legname dall’Africa, spezie e perle dall’Arabia e dall’India, miele, argento e salse dalla Spagna, marmi, pietre preziose e schiavi da tutto il mondo antico.

E con il commercio transitavano anche la cultura e religione. Qui albergavano, nel più grande porto dell’impero romano, le comunità commerciali degli alessandrini, siriaci, arabi, ebrei che allogarono le proprie agenzie. Stazio (poeta letterato Romano) diceva che Pozzuoli era la “Costa che ospita il mondo”. Una città cosmopolita dalle mille lingue e dai mille costumi tra santuari greci, egiziani (Serapide), Nabatei (Dusares), i Baal semitici di Eliopoli, Damasco, la magna mater di Pessinunte (Turchia) Cibele, Yahweh degli ebrei nella cui comunità si innestò il messaggio cristiano che San Paolo sbarcando nel 61 DC a Pozzuoli si avviò a portare nel cuore dell’impero: Roma. Prosperarono le grandi banche di Cluvio puteolano e Vestorio le grandi famiglie che gestivano affari di carattere internazionale , le famiglie negli Annuii, dei Calpurnii, appaltatori delle tasse portuali del mar Rosso, si spinsero fino a Tepropane (l’odierna Ceylon), fondando la prima ambasceria di quel regno a Roma durante il periodo dell’imperatore Claudio, prosperò la tecnologia, il vetro (vetri di Odemira presenti nei musei di Praga e Lisbona), varianti della fritta egizia (sabbia, malachite, carbonato di calcio e di sodio), profumi, tecnologia metallurgica, medicina (litargirio e cerussa).

Qui cesare Augusto imperatore emerso dallo scuotimento sanguinoso delle guerre civili elevò Puteoli al rango di “ colonia Julia Augusta” trovò la sua vera casa e la sua pace. Ed è qui che ogni estate la “classiss alexandrina” trasportava attraverso quattro/cinquecento navi con centotrentamila tonnellate di grano che costituivano meno della metà di quanto in un anno consumava Roma, ai cui cittadini Augusto promise il frumento gratuito.